Al tema della proprietà nel diritto dell’Unione europea la dottrina non ha riservato sin qui grande attenzione, anche perché gli interventi del legislatore europeo si sono concentrati negli ultimi venticinque anni soprattutto sulla regolamentazione del contratto e del mercato.

Cionondimeno, il problema dell’armonizzazione degli ordinamenti europei anche nella materia proprietaria (nonostante il c.d. “principio di neutralità” sancito dall’art. 345 del Trattato sul funzionamento della Unione europea, in forza del quale «I trattati lasciano del tutto impregiudicato il regime di proprietà esistente negli Stati membri») comincia ad essere avvertito come un nodo ormai ineludibile. A far maturare tale consapevolezza ha contribuito l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, e in particolare dell’art. 6 del TUE, secondo il quale i diritti le libertà e i principi contenuti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (tra cui il diritto di proprietà, disciplinato nell'art. 17) acquistano lo stesso valore giuridico dei Trattati.

Diventa, così, centrale il problema di stabilire se sia individuabile un “modello europeo” della proprietà, indagando altresì assonanze ed (eventuali) dissonanze tra le previsioni contenute nel citato art. 17 della Carta di Nizza (oltre che nel Primo Protocollo addizionale alla Convenzione europea sui diritti dell’uomo) e le previsioni delle Carte costituzionali dei vari ordinamenti nazionali europei.

Il Convegno – che si onora della partecipazione del neo eletto Presidente della Corte costituzionale, prof. Gaetano Silvestri ‒ vedrà alternarsi come relatori autorevolissimi studiosi del diritto di proprietà, e si preannuncia pertanto come una occasione di riflessione di sicuro valore scientifico.

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Seconda giornata

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