Cari colleghi, non avremmo mai immaginato di affrontare l’elezione per un nuovo rettore in un clima difficile e di totale incertezza che, in questi giorni caratterizza ogni attività della nostra università. Duole in primo luogo constatare che in tanti anni di rettorato Bianchi, non ci sia stata la lungimiranza volta a costruire una successione seria e programmata. I cinque candidati non sono espressione di una condivisa e definita “politica universitaria”. Tutte le componenti dell’ateneo hanno affrontato irresponsabilmente queste importanti elezioni, esprimendo come principale preferenza il boicottaggio. Il corpo docente ha dimostrato grande immaturità schierandosi a priori senza accettare alcun confronto negli incontri programmati dai candidati. A nulla valgono i presunti contributi e le riflessioni tardive che, adesso, si fanno e che invadono le nostre caselle di posta. Sarebbe stato più costruttivo farle negli scorsi sette anni. Anche noi, personale tecnico e amministrativo che siamo il motore dell’università - lavorando quotidianamente tra mille difficoltà - e giustamente rivendichiamo un maggior coinvolgimento nella politica universitaria, ci siamo permessi il lusso di non partecipare agli incontri dei candidati. E’ grave che non tutte le RSU, non tutte le organizzazioni sindacali e non tutti i rappresentanti del PTA in seno agli organi di governo abbiano partecipato gli incontri con i candidati. La sottomissione a logiche di appartenenza continua solo sminuire la dignità e il peso che il personale tecnico e amministrativo dovrebbe avere in una istituzione universitaria. E’ grave che, nella votazione di ieri, il personale tecnico e amministrativo abbia snobbato l’opportunità di far valere il proprio peso votando solo in 109 rispetto ai 178 del primo turno. Le Rappresentanze di Base (RdB) invitano tutti lavoratori a esprimere, comunque, il proprio voto dimostrando con responsabilità di non subire passivamente le decisioni assunte dai docenti (invito all’astensione, assemblea permanente etc.) In questo clima, che sta annientando il senso di appartenenza all’istituzione universitaria, il futuro lavorativo, ma anche il presente, non appare certo roseo. Infine vorremmo ricordare a tutto il personale della nostra università docenti e PTA che, alla fine il conto - chi più chi meno – lo pagheremo tutti, ma a farne le spese saranno, soprattutto, gli studenti. Le RdB, qualora nella terza votazione non si dovesse pervenire all’elezione del rettore, auspicano un confronto pubblico tra i candidati al ballottaggio del 12 luglio. Un confronto approfondito e serrato che, a questo punto, riteniamo sia l’unica via per restituire un clima più sereno. Un dibattito aperto, da tenere in un luogo pubblico, per scegliere il candidato che, innanzi a tutte le componenti dell’ateneo, si impegna ad essere il rettore di tutti che assicuri una governance partecipata; il rettore garante dell’interesse complessivo, dell’Università pubblica; il rettore dell’università responsabile con la generazione studentesca presente e futura e che, davvero, ascolta i bisogni e le istanze dei lavoratori; il rettore che dialoga con il contesto territoriale. La segreteria RdB Università di Reggio Calabria Reggio Calabria 5 luglio 2006