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TRAME, presentato l’affascinante racconto dell’arte tessile in Calabria

Il 9 maggio 2012, presso la Facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha avuto luogo un interessante seminario sul tema “TRAME: Racconti dell’arte, della tradizione e dell’industria tessile in Calabria”. L’evento, promosso dalla Biblioteca di Agraria, ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso di studenti, docenti e professionisti che hanno gremito l’Aula Seminari seguendo con attenzione gli interventi dei relatori e partecipando attivamente al vivace dibattito che ne è seguito.
Ad introdurre i lavori è stato il Prof. Salvatore Di Fazio, delegato ai Servizi di Biblioteca, che ha richiamato la lunga storia della cultura tessile in Calabria, evidenziando le tracce e il patrimonio ancor oggi riconoscibili nel contesto regionale: “Si tratta di un patrimonio cospicuo e prezioso, sia materiale (edifici produttivi, macchinari, tessuti...) sia immateriale (saperi, tecniche, abilità artigianali...). Spesso non sappiamo riconoscerne il valore e le attuali potenzialità. Perciò occorre educare sensibilità e capacità per leggerlo e interpretarlo” ha proseguito Di Fazio, sottolineando che se non lo si sa immettere nuovamente in un processo vitale e produttivo coerente con le condizioni e le esigenze contemporanee tale patrimonio “non solo non potrà essere a lungo conservato, ma rischia di divenire un problema ingombrante che paralizza l’azione”. Ciò spiega anche l’intenzione da cui è partita l’iniziativa del seminario; lo stesso titolo, “Trame”, vuol evidenziare che si è inteso proporre non un approccio teorico, ma il racconto di esperienze in atto che dimostrano come uno sguardo attento e intelligente rivolto al patrimonio ricevuto può costituire una base di partenza preziosa su cui innestare l’innovazione, immaginare creativamente il proprio lavoro e costruire percorsi imprenditoriali e di sviluppo che si riverberano positivamente nei rapporti con i luoghi e tra le persone.
Durante il seminario è stato presentato il volume “Lungo il filo di Aracne”, scritto da Luigia Iuliano, direttore del Centro Sperimentale e Dimostrativo dell’ARSSA di Lamezia Terme. Nel corso del seminario l’autrice ha raccontato le ricerca condotte sul campo per la documentazione e lo studio delle tecniche di tessitura, dei materiali e delle tinture tradizionalmente impiegati in Calabria. Attraverso un ricco repertorio iconografico il pubblico ha potuto compiere un breve viaggio virtuale attraverso gli antichi tessuti, i motivi decorativi, l’associazione dei simboli in essi utilizzati (il centro, il labirinto, il cuore, l’albero della vita, il melograno, la rosa, la croce, ecc.) con le vicende umane e i significati augurali correlati (felicità, godimento, fertilità, ecc.). L’autrice ha altresì illustrato l’esperienza dei laboratori di tessitura che ella stessa ha contribuito a costituire e rafforzare in regione, sottolineandone l’importanza quale luogo privilegiato, non solo per la trasmissione intergenerazionale dei saperi in materia, ma anche come ambito di condivisione, di crescita personale e di creatività in cui la donna è protagonista.
Il seminario è stato concluso dalla relazione di Emilio Leo dal titolo “Dalla tradizione l’innovazione. Il Lanificio Leo: impresa e cultura”. Un’altra storia, un’altra trama: quella del primo lanificio di Calabria, risalente al 1873, e delle sue vicende; la produzione va avanti fino agli anni Settanta, anni di crisi e di interruzione dell’attività produttiva. Finché il giovane Emilio, fresco di laurea in Architettura, non prova a dar credito a una diversa visione della realtà e del luogo produttivo, condividendola col pare e scommettendo su di essa. Ecco allora che il lanificio diventa un luogo di eventi e di produzione culturale, gli antichi macchinari riprendono vita e la produzione riparte con tessuti che presentano le caratteristiche e il pregio di quelli del passato, ma sono anche il frutto di una concezione e di un design originali e modernissimi. Nel 2001 il Lanificio Leo è tra i sedici finalisti del prestigioso premio Guggenheim “Impresa&Cultura”; poi vengono una serie di altri riconoscimenti, l’interessamento delle più importanti riviste internazionali di arredamento e design, il consolidarsi della produzione all’interno di un luogo unico in Europa, una vera e propria industria-museo. Ecco allora la testimonianza concreta, non retorica, di come l’impresa possa fare cultura e la sensibilità culturale possa aiutare a immaginare altri modi di fare impresa.
Al termine c’è stato ancora spazio per un dibattito interessante, cui hanno dato vita i docenti e gli studenti presenti, nonché per l’incontro diretto tra il pubblico e i relatori. Qui il Seminario si è rivelato anche come un’utile occasione per favorire lo scambio di esperienze didattiche e laboratoriali con il mondo della scuola, presente con una significativa rappresentanza di studenti e docenti dell’Istituto d’Arte e del Liceo Artistico di Reggio Calabria, luoghi in cui da diversi anni si conduce un interessante lavoro sull’arte tessile e sulle espressioni artigianali e figurative tradizionali.

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